DIRITTO ALL’ALBERO

di Rosanna Biffi


Rieccoci tornati alla vita quotidiana, quella fatta di famiglia, lavoro, televisione e…cemento. Sì, cemento. Da un anno all’altro, le finestre di casa, che si aprivano sul cielo e magari su qualche albero, si ritrovano di fronte un palazzone. E forse dove c’era un angolo di campagna, oggi, sorge un centro commerciale che ospiterà i nostri pomeriggi invernali. Hanno un bel dirci che più si costruisce più si cresce e più si creano posti di lavoro,. In termini economici sarà anche vero, ma in termini di qualità della vita? Richard Rogers, uno dei maggiori architetti del mondo, dice a chiare lettere: “Tra i diritti delle persone c’è anche quello di vedere un albero dalla propria finestra e di avere una panchina su cui sedersi nel parco del quartiere”. A Londra, che non è certo una città che vive di passato, l’hanno capito e hanno deciso che d’ora in poi si costruirà esclusivamente su terreni già edificati in precedenza. Gli amministratori accorti sanno quando è il momento di imporre uno stop ai miti della crescita e agli appetiti degli immobiliaristi. D’altronde, la Spagna, che aveva basato il suo sviluppo sulla bolla edilizia, allo scoppio di quest’ultima si è ritrovata fra i Paesi più in crisi d’Europa. Consideriamo, poi, quel bene primario che si chiama salute, una realtà che non è solo fisica. Uno scrittore americano, Richard Louv, ha creato la definizione: “Nature deficit disorder”, “disturbo da carenza di natura”, per sintetizzare le conseguenze del mancato rapporto tra uomo e ambiente naturale. E ha scritto: “Diversi studi indicano che il disturbo da deficit di attenzione e altre alterazioni quali, per esempio, obesità, disattenzione, svogliatezza, noia, depressione, ansia, possono essere trattate efficacemente favorendo il rapporto tra i giovani e la natura”. Altre ricerche scientifiche confermano che bambini e ragazzi che vivono in ambienti più verdi raggiungono migliori risultati nei test di concentrazione e autocontrollo, sono più osservatori e riflessivi, meno inclini al bullismo, si ammalano di meno e resistono di più allo stress. E, ultimo importantissimo dato, imparano ad usare l’immaginazione creativa. I bambini riescono a inventare giochi dappertutto, anche nei cortiletti asfaltati dei condomini. Eppure dà una certa pena vederli girare in tondo, in pochi metri quadrati anziché correre liberi in spazi aperti e naturali, sapendo che hanno occhi e gambe per contemplare e godersi un mondo grande e bello.

 

Tratto da: Il Messaggero di Sant'Antonio - settembre 2012